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Metamorfosi: invito
 
Personale
30 Ottobre 2010 / 27 Novembre 2010
METAMORFOSI
"schermi - flash", "le nuove caverne", "le città giostra" 1950-2000
A cura di Willy Darko




 

 
Centro Salvador Allende
Viale Giuseppe Mazzini, 2 - 19121 La Spezia
tel. 0187.29210
centro.allende@laspeziacultura.it

 
Opera
Metamorfosi

Una sola mostra personale, nel 1962. Qualche collettiva tra il ‘56 e il ’63, nel cuneese. Una a Torino nel ’77, e poi basta. Il suo lavoro non esce dal suo studio. Ma quanto lavora Piero Lerda!

E con quanta determinazione, con quanta fermezza. Segue un suo personalissimo percorso che, pur restando all’interno del suo mondo non è affatto al di fuori del mondo. Anzi. Uomo di grande cultura e di grande apertura intellettuale, Lerda si confronta continuamente con gli amici artisti, critici, letterati, storici, tanto che addirittura quando gli viene un’idea si segna per iscritto di parlarne con l’uno o con l’altro.

Metamorfosi - La Spezia - Esterno

E’ un solitario artefice, che scegliendo di non confrontarsi con un pubblico ed il suo gusto, è libero di cambiare e sperimentare tutte le tecniche e le soluzioni formali e creative che gli sembrano adatte ad “organizzare il caos che trova in sé” in quel determinato momento.

Forte di una tecnica imparata “a bottega” dal pittore Vincenzo Alicandri, Lerda spazia senza alcun problema dalla china, alla tempera, ai pennarelli, agli olii, ma quasi mai da soli, piuttosto combinando più strumenti in una tecnica mista il più delle volte affidata al supporto della carta o del cartone. Un instancabile ricercatore, perché l’arte era per lui un allenamento giornaliero alla libertà.

E la sua libertà consisteva anche nel produrre opere che pur non venendo esposte al pubblico, erano scrupolosamente schedate, in previsione di una futura possibile esposizione che prima o poi sarebbe arrivata. Ed è arrivata, purtroppo, dopo due anni che se ne è andato, nel 2009, presso il Filatoio Rosso di Caraglio.

Metamorfosi - La Spezia - Sala

Una grande mostra retrospettiva che grazie all’attento studio dell’archivio da parte di Ivana Mulatero, ha finalmente fatto conoscere al mondo le sue opere e i suoi scritti. E forse era anche un po’ ciò che voleva: essere ricordato attraverso il suo modo di dipingere, senza dover dar conto a nessuno del perché della scelta di un certa maniera espressiva piuttosto che di un’altra, di una tecnica piuttosto che un’altra. Lui quel dibattito l’aveva già vissuto in se stesso, quando da un titolo, maturato dopo una profonda riflessione e quasi di sicuro in seguito ad una discussione, un dibattito, un confronto, un incontro con coloro che gli stavano intorno, era giunto all’opera.


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Metamorfosi - La Spezia - Inaugurazione

Altrimenti perché aspettare così tanto per allestire una mostra, che pure aveva in animo, come testimoniano i molteplici Progetti di mostra che ha lasciato? Ma nessuno ormai può più rispondere a questa domanda. Ciò che vediamo noi ora è ciò che Piero Lerda è stato: un fine artista, un conoscitore appassionato di ciò che lo circondava dal punto di vista artistico, totalmente calato nella cultura di cui è stato protagonista indiscusso e nello stesso tempo uomo poco propenso alla mondanità, spesso fin troppo esibita da alcuni artisti contemporanei.

Metamorfosi - La Spezia - Concerto

Le opere presenti in questa mostra, curata dall’instancabile Willy Darko - promotore e curatore anche delle due belle retrospettive del 2009-2010, Piero Lerda: I teatri della mente. Opere dal 1954 al 1982, tenutasi presso la Galleria Martinarte di Torino e Dalla necessità al gioco (1960-1980), presso lo Spazio Juliet di Trieste - abbracciano un po’ tutto il percorso artistico di Lerda, dagli Schermi flash , alle Città-giostra dalla serie de L’arte delle nuove caverne, ai gioiosi aquiloni, simbolo inequivocabile di quella libertà che l’artista ha sempre ricercato e forse anche trovato. Una mostra non esaustiva di tutta l’opera, che è molto estesa, ma che riesce, comunque, a dare un’idea complessiva della lucida e determinata coerenza con la quale Lerda creava le sue opere.

Metamorfosi - La Spezia - Scultura

Anche se cambiava spesso tecnica. Anche se a volte tornava su idee che sembravano ormai esaurite. Perché in fondo l’artista non smette mai di organizzare quel caos che casualmente l’ha generato.

Marilina Di Cataldo

 
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