«A cavallo degli anni sessanta, un quarto di secolo prima dell'affermarsi del 'medialismo', Lerda si interroga sul ruolo del 'fruitore-spettatore' di fronte al nuovo teatro delle figurazioni tecnologiche dell'immagine. Nei suoi quadri l'artista pone domande inquietanti sulla natura di ciò che oggi definiamo arte e quale posto occupa nel mondo attuale. Lerda propone, dunque, nei suoi lavori, sineddoche ambigue: lo schermo cinematografico e la sequenza dei fotogrammi che esalta, al centro della scena, la geometria vuota del palcoscenico, mentre sullo sfondo si animano fantasmi di luce che prendono la sostanza dissolta di personaggi e paesaggi. Storie verosimili e attendibili che diventano mito, affabulazioni fan-tastiche trasformate in realtà. E poi lo schermo-monitor televisivo: la nuova forma simbolica del mondo, lo specchio opaco che si accende di luminescenze azzurrine per prendere la consistenza del reale e del sogno contemporaneamente. Con le loro menzogne ci ricordano che la natura umana non può tollerare troppo il reale, e l'arte, in ogni sua forma, le viene in soccorso inventando continuamente nuovi universi e nuove soluzioni al caos entropico in crescita continua. |
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Lerda avvertendo il pericolo che ci sovrasta adotta con gli anni un atteggiamento riservato e appartato. Rifiuta ogni vacuità mondana ed esibizione pubblica. Manterrà, però, viva la sua ricerca estetica, la riflessione inferiore e il confronto intellettuale. Tratteggerà, nelle opere successive, un mondo frammentato in particele colorate, vi cercherà quell'ordine compositivo e quell'armonia che deriva dalla vera poesia».
Giovanni Cordero
Recentemente si è conclusa un'antologica dell'artista, con successo di critica e di pubblico, al Filatoio Rosso di Caraglio (CN). Il prossimo primo ottobre si inaugurerà la personale 'I Teatri della Mente', a cura di Willy Darko, testi di Ivana Mulatero e Giovanni Cordero, presso la galleria MartinArte, Torino. www.pierolerda.it |