Autori: Oscar Bagnoli  - Maddalena Bertello – Salvatore De Donatis – Emma Infante – Piero Lerda – Anna Maria Miccoli – Egle Scroppo – Antonella Staltari
Marina Tabacco – Maya Zignone. 
 
Non  è affatto impresa semplice penetrare nel significato di un’opera d’arte  contemporanea. E’ come addentrarsi in un labirinto misterioso tanto che  l’osservatore può smarrirsi: a volte a causa della ridondanza di segni e  riferimenti dotti o rimandi esoterici o a causa di un minimalismo afasico e  autoreferenziale, oppure per un concettualismo gratuito e banale, molte volte,  invece, solamente perché l’artista ha confuso la sua mappa personale e i punti  cardinali di questa società ambigua e caotica. Dunque ci vuole una sorta di  filo d’Arianna che ci guidi alla meta e ci permetta di superare l’intricato  itinerario d’indicazioni e tracce ambigue e insignificanti di molta produzione  di questi ultimi anni. Sempre di più abbiamo bisogno di una griglia logica, di  una sorta di mappa cognitiva che ci porti senza fatica a superare le insidie  speculative, uno schema che ci denunci le trappole visive, gli inganni  interpretativi, i trabocchetti esegetici, le contraddizioni,  i limiti e le fortune di teorie, sempre più  ardite, sull’arte contemporanea. Per superare la soglia di questo metaforico  labirinto serve una chiave di accesso, una password come si dice oggi, perché  non solo il fruitore ma anche ogni artista che vi entri o è entrato nei suoi  pericolosi meandri, possa ritrovarsi. Molti, ahimè si sono perduti. Oggi questo  luogo è la storia stessa dell’arte che, dopo le avanguardie storiche, si è  ancora di più arricchita d’insidie e raggiri, inganni e disillusioni. Gli  artisti contemporanei sono spesso obbligati a ripercorrere, in questo dedalo,  sentieri segnati da passi altrui, a inseguire tracce che sembrano originali, ad  addentrarsi in viuzze che non portano a nulla, ciò nonostante molti hanno  ancora la forza di stupirci con la loro analisi incessante, le proposte audaci,  le invenzioni più strabilianti. Sostenuti dalla ferrea volontà di andare  avanti, incentivati dal coraggio di esplorare rotte impervie e faticose. Sono  tuttora capaci di affrontare ogni volta, con rinnovato entusiasmo e impavido  ardore, nuovi obiettivi e nuove mete.  
  La  rassegna vede la partecipazione di artisti impegnati da anni nella ricerca  estetica. Sono diversi per formazione culturale, appartenenza poetica, età  anagrafica. Propongono alla nostra attenzione opere che sono un racconto: del  loro cammino esistenziale, della loro indagine sociale e partecipazione alle  problematiche del nostro tempo, del loro vissuto e della loro capacità  d’introspezione personale. Quindi risulta quanto mai avvincente capire, in  questo contesto, in quale modo hanno cercato percorsi fattibili per districarsi  nei meandri contorti del milieu creativo e culturale e quali strategie hanno  messo in atto per superare le difficoltà degli intricati dilemmi della vita,  quali tattiche hanno predisposto per dare una soluzione alle  tante astrusità della realtà oggettiva, quali  problemi comunicativi hanno dovuto risolvere e con che spirito affrontano le  difficoltà crescenti del nostro tempo. Le loro opere ci porgono una sorta di  filo d’Arianna da tenere  stretto nel  cammino che ci porta a ripercorrere il misterioso itinerario che a suo modo  affronta l’enigma della conoscenza, un sussidio utile per farci uscire dal buio  delle stanze del labirinto dalle mille porte, dai mille specchi distorti, dai  mille corridoi ciechi che non portano a nulla. Ci danno una bussola che ci indica  la rotta e lenisce i morsi della paura  dell’ignoto, uno scudo che ci difende dai seducenti inganni di sirene  menzognere, un sollievo che ci accompagna come   viatico per non paventare l’incontro col mostro che è in noi o negli  altri che ci sono prossimi. Gli artisti in mostra hanno la capacità di farsi  capire senza per questo evitare la complessità dei discorsi della cultura  contemporanea. 
                   
				    
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                   Oscar Bagnoli:  riesce con grandi e veloci campiture di  colore ad evocare un sentimento  di  grande profondità spaziale con una pittura gestuale sapiente e controllata.  Affronta il tema dell’inesprimibile, dell’indicibile, dell’incomunicabile con  pennellate connotate da un forte pathos espressionista. Sono segni dinamici che  costruiscono campi di forza e di tensione   di sicuro impatto visivo perché esprimono energia e vitalità.  Maddalena  Bertello: grazie all’utilizzo di materiali extrartistici associato a una  gamma cromatica dai toni bassi e opachi delle terre bruciate e dell’ocra,  determina un dialogo interattivo tra lo spazio pittorico bidimensionale e lo  spazio plastico tridimensionale. Le opere risolte in maniera materica, con  segni pregrafici e nervosi interventi gestuali, evocano atmosfere primigenie e  testimoniano la sua ansia permanente di sperimentazione.  Salvatore  De Donatis: nei suoi lavori esprime con teatrale intensità lo sgomento  esistenziale. E’un linguaggio concettuale dove la materia è piegata a  creare  un nuovo codice comunicativo di  dirompente fisicità. Grazie ad un simbolismo antropologico sintetico, che  condensa in elaborati dalle forti valenze tattili, l’artista esprime certe  verità universali che non possono essere pronunciate con le parole. Emma Infante: si esprime con una  pittura stenografica, dove le figure e le forme cedono il campo al colore e alle  sue declinazioni espressive. L’artista percepisce un fremito insito nella  natura floreale, lo coniuga con le vibrazioni della sua anima sensibile,  lo rappresenta attraverso un segno vorticoso  pieno di grazia e armonia, per generare un “élan vital”  apparentemente delicato e leggero, bensì  forte e impetuoso. Piero Lerda: con  gli aquiloni ha  liberato la sua  fantasia e la sua fervida immaginazione improvvisando un’originale e  inaspettata sintassi narrativa. In queste opere inaugura un nuovo spazio  figurale che interpreta con la gioia del colore, con provata intelligenza  compositiva e la segreta innocenza di un ritrovato e stupito sguardo infantile. Anna Maria Miccoli: il suo  linguaggio creativo ha l’aspetto di un effervescente immaginario botanico,  naturalistico e biomorfico. Dipinge fantasie in bilico fra figurativismo e  astrattismo con una tecnica basata su una materia colorata fluida,  brillante  e trasparente. Elabora la sua  tavolozza con una ricchezza visiva splendente come un mosaico bizantino: pieno  di segni e simboli misteriosi, emblematiche allegorie dissimulate nella magia  della composizione. Egle Scroppo: nelle intense componenti traslate e simboliche della sua pittura sono nascosti  indizi e informazioni di spirito fantasticamente narrativo. Il segno preciso,  d’immediata riconoscibilità e le cromie, ora arricchite di nuove sfumature,  sono un file rouge che ci guida nello spettacolo della sua creatività.  Rappresenta scenari mobili come quinte teatrali: raccontano storie oniriche  inusuali e complesse, con possibilità di lettura  sempre aperte a ulteriori sviluppi e approfondimenti. Antonella Staltari: è una ricerca sui  linguaggi della contemporaneità che prende spunto dalla cultura  del ready made e da suggestioni pop. I suoi  lavori  sono un coacervo di esperienze  sensoriali tattili, di spiazzamenti visivi, di studio concettuale  e riutilizzo di materiali di recupero  tecnologici. Crea composizioni con un crescendo di plasticità, concretezza  e profondità, assemblate con  un’indubbia  e giocosa ironia. Marina Tabacco: nelle sue opere vivono  contemporaneamente sia una lirica astrazione informale, sia una  larvata figurazione archetipica e  primordiale. Grazie ad un rigoroso controllo dei mezzi espressivi  risolve l’ equazione compositiva con una  materia pittorica che si stempera in una sorta di limpida ed emblematica  narrazione: magica e misteriosa, dove si sentono l’energia e l’impeto di una  trattenuta gestualità.   
                      Maya Zignone: I suoi lavori concettuali sono sempre creati in  modo da porsi come elementi installativi che dialogano con lo spazio scenico:  in bilico fra realtà e invenzione, architettura e idea, teatro e vita, luogo  privato e spazio pubblico.  Sono  presenze di luce artificiale, grafismi fosforescenti, luminescenze tangibili,  in grado di inventare mondi nuovi, carichi di tensione e di energia e di  interpretare una concezione spirituale dell’ esistenza  “che va oltre” il piano artistico. 
                
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